Favole di Oscar Wilde (per cominciare a leggerle)
Uno spettacolo di Giancarlo Sepe
con Alberto Brichetto, Davide Giabbani, Ariela La Stella, Aurelio Mandraffino, Riccardo Pieretti, Federica Stefanelli, Michele Dirodi
scene Carlo De Marino
musiche Davide Mastrogiovanni | Harmonia Team
costumi Lucia Mariani
Più che narrare, si sondano i territori della favola. Gli umori che presiedono alla loro lettura. È come descrivere lo stato d’animo che porta alla necessità del racconto favolistico, la spinta a varcare quella soglia che divide l’uomo, immerso nella sua realtà quotidiana, dal realismo magico del sentimento, che pure ci attraversa nella vita di tutti i giorni e al quale non cediamo per pudore o per paura di sprofondare nell’analisi del nostro sentire. È come una sequenza ininterrotta di immagini, di passaggi, di attori, che un po’ raccontano della loro vita e un po’ delle storie che hanno depositate nella propria memoria. Un’interazione di suoni come fosse una sola musica, con i relativi andante, largo, crescendo, diminuendo ecc.
A loro sono abbinati i colori, che cambiano con gli sfondi, l’alternarsi delle stagioni…
Piccoli cristalli di azioni che potrebbero essere viste dentro una casa, ma che non hanno niente di magico. La magia è il dolore del sentimento non corrisposto, dell’amore incapace di abbattere gli steccati della diversità. L’angoscia che diventa ansia e si muta in speranza. Il sacrificio che non aspetta e non vuole ricompensa. Favole: come dedizione, appartenenza, coraggio e visione tollerante e solidale della vita. Una palestra emotiva dove si attivano le sensazioni sopite e destate della confessione interiore, l’accorato pensiero di personaggi che, timorosi di esprimersi, grazie alla favola che irrompe e sovverte il sentimento prudente, trovano l’ardire per esercitare la loro passione. Giancarlo Sepe